La resurrezione di Tremal-Naik (seconda parte)

 – Non muovetevi – disse ildayaco .
 – Che cos’hai visto? – chiese Sandokan.
 – Un’ombra attraversare rapidamente quelle macchie.
 – Un uomo o un animale?
 – Mi è parso un uomo.
 – Può essere un poverodayaco – disse Yanez.
 – E anche una spia delrajah – disse Sandokan.
 – Lo credi?
 – Ne sono quasi certo. Aïer-Duk, prendi quattro uomini e batti il bosco. Noi intanto andremo avanti.
 Ildayaco chiamò quattro compagni e si cacciò nella fitta boscaglia, strisciando fra le radici, i rami d’albero ed i cespugli.
 Poi la marcia fu ripresa attraverso filari disontar , specie di palme che danno, incidendo il loro tronco, un succo zuccherino assai gradevole, e delle cui foglie anticamente si servivano i popoli della Malesia per scrivervi sopra.
 Poco dopo il drappello veniva raggiunto da Aïer-Duk e dai suoi compagni. Avevano perlustrato la foresta in tutti i sensi, ma non avevano trovato nulla fuorché tracce recenti di piedi umani.
 – Erano numerose? – chiese Sandokan che era ancora assai inquieto.
 – Quattro – rispose ildayaco .
 – Erano impronte di piedi nudi o calzati?
 – Di piedi nudi.
 – Forse quei due uomini eranodayachi . Affrettiamoci, tigrotti, qui non siamo troppo sicuri.
 Per la terza volta il drappello si rimise in cammino sorvegliando attentamente gli alberi ed i cespugli e, dopo tre quarti d’ora, giungeva sulle rive di un ampio corso d’acqua che sfociava in una vasta baia semi-circolare.
 Sandokan mostrò al portoghese un isolotto, alla distanza di trecentocinquanta metri circa, ombreggiato da bellissimi gruppi di alberi sagù, didurion , di mangostani e di arenghe saccarifere e difeso, verso la punta meridionale, da un vecchio ma ancor solido fortinodayaco , costruito con panconi e pali diteck , legno duro quanto il ferro, che resiste alle palle di un cannone di non piccolo calibro.
 – È là che riposa lavergine della pagoda ? – chiese Yanez.
 – Sì, Ada è in quel fortino – rispose Sandokan.
 – Non potevi trovarle un posto migliore. La baia è bella e l’isolotto ben difeso. Se James Brooke verrà ad assalirci, avrà un osso duro da rodere.
 – Il mare è a cinquecento passi dall’isolotto, Yanez – disse Sandokan, – e una nave può bombardare il fortino.
 – Ci difenderemo.
 – Non abbiamo cannoni.
 – Ma i nostri uomini sono coraggiosi.
 – È vero, ma sono pochi e…
 – Che cos’hai?
 – Zitto!… Hai udito?…
 – Io?… Nulla, Sandokan.
 – Mi parVE che un ramo si sia spezzato.
 – Dove?
 – In mezzo a quel macchione.
 – Che ci siano proprio delle spie?… Comincio ad essere inquieto, Sandokan.
 – ED anch’io. Affrettiamoci: sospiro il momento di giungere all’isolotto. Aïer-Duk!…
 Ildayaco s’avvicinò alla Tigre.
 – Prendi otto uomini e accampati in questo luogo – disse Sandokan. – Se vedi degli uomini ronzare in questi dintorni verrai ad avvertirmi.
 – Contate su di me, capitano, – rispose ildayaco . – Nessuno s’avvicinerà alla baia senza il mio permesso.
 Sandokan, Yanez e gli altri scesero verso la baia, le cui sponde erano coperte da fitte boscaglie, e giunsero ad una piccola cala presso la quale stava nascosta, sotto un ammasso di canne e di rami d’alloro, una scialuppa.
 La Tigre girò all’intorno un rapido sguardo, ma non vide alcuno. Una viva inquietudine si dipinse sul suo volto.
 – Uno dei miei due uomini dovrebbe guardare la scialuppa, -disse.
 – Saranno tutti e due al fortino – disse Yanez.
 – E hanno lasciato qui la scialuppa!… Yanez… ho il cuore che mi batte forte… temo una disgrazia.
 – Quale?
 – Che abbiano rapito Ada.
 – Sarebbe un colpo terribile!
 – Taci!
 – Ancora un rumore?…
 – Sì, capitano Yanez – confermarono i pirati impugnando le armi. Si vedevano i rami di un macchione di cespugli agitarsi a cento passi dalla spiaggia.
 – Chi vive? – gridò Sandokan.
 – Mompracem – rispose una voce.
 Poco dopo un pirata usciva dai cespugli. Era ansante e sudato, come se avesse fatto una lunga corsa, e stringeva un fucile.
 – Viva la Tigre! – esclamò scorgendo il capo.
 – Da dove vieni? – chiese Sandokan.
 – Dalla foresta, capitano.
 – Dov’è la Vergine?
 – Nel fortino.
 – Sei certo?…
 – L’ho lasciata due ore or sono sotto la guardia di Koty. Sandokan respirò liberamente.

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