Nel cimitero (prima parte)

 Mentre nella casa delrajah accadevano gli avvenimenti or ora narrati, Sandokan che era stato, due ore dopo il seppellimento di Tremal-Naik, raggiunto dal bravomaharatto , si avvicinava a grandi passi alla città, seguito da tutta la sua terribile banda, armata fino ai denti e pronta a combattere.
 La notte era bellissima. Miriadi di stelle luccicavano in cielo come diamanti e la luna vagava nello spazio, spandendo al di sopra dei grandi boschi una luce azzurrognola d’infinita dolcezza.
 Un silenzio quasi perfetto regnava ovunque, rotto solo, di quando in quando, da una lieve brezzolina che veniva dal mare e che curvava, con lieve sussurrio, le foglie degli alberi.
 Sandokan, con la carabina sotto i] braccio, gli occhi ben aperti, gli orecchi tesi per raccogliere il minimo rumore che segnalasse la presenza di un nemico, camminava innanzi a tutti, seguito a breve distanza dalmaharatto .
 I pirati lo seguivano in fila indiana col dito sul grilletto del fucile, calpestando con precauzione le foglie secche ed i rami morti, e guardando attentamente a destra e a sinistra per non cadere in un agguato.
 Alle dieci, nel momento in cui la festa da ballo delrajah cominciava, i pirati giungevano sul limite estremo dell’immensa boscaglia.
 Ad oriente scintillava, come un immenso nastro d’argento, il fiume, e presso le sue rive biancheggiavano le case e le casette della città. In mezzo a queste, lo sguardo acuto di Sandokan distinse l’abitazione delrajah , le cui finestre erano illuminate.
 – Vedi nulla laggiù, Kammamuri? – chiese.
 – Sì, capitano. Vedo delle finestre illuminate.
 – Si danza, dunque, a Sarawak.
 – È certo.
 – Sta bene. Domani James Brooke si pentirà!…
 – Lo credo, capitano.
 – Mettiti in testa e guidaci al cimitero. Bada però di tenerti lontano dalla città.
 – Non temete, capitano.
 – Avanti, dunque.
 La banda lasciò la foresta e s’inoltrò attraverso una vasta pianura coltivata, sparsa qua e là di bellissimi gruppi dicetting e di aranghe saccarifere.
 Dalla città, quando il venticello soffiava un po’ più fortemente, grida confuse, ma per le campagne non si vedeva alcun abitante, né alcun drappello di guardie.
 Ilmaharatto nondimeno prese un passo rapido e condusse la banda sotto un nuovo bosco che girava attorno al colle difeso dal fortino.
 Egli sapeva che ilrajah era estremamente sospettoso e che teneva delle spie attorno alla città, paventando un improvviso attacco da parte dei pirati di Mompracem.
 Dopo un venti minuti, Kammamuri faceva cenno alla banda di arrestarsi.
 – Che cosa c’è – chiese Sandokan raggiungendolo.
 – Siamo in vista del cimitero – disse ilmaharatto .
 – Dov’è?
 – Guardate laggiù, capitano, in quel prato.
 Sandokan guardò nella direzione indicata e vide il recinto. La luna faceva biancheggiare i cippi e scintillare le croci di ferro dei sepolcri europei.
 – Odi nulla? – chiese Sandokan.
 – Nulla – rispose ilmaharatto , – fuorché il vento che sussurra fra i rami degli alberi.
 Sandokan gettò un fischio. I pirati si affrettarono a raggiungerlo e lo circondarono.
 – Uditemi, tigrotti di Mompracem – diss’egli. – Forse non succederà nulla, ma bisogna diffidare. James Brooke, io lo so, è un uomo perspicace e sospettoso che darebbe il suo regno per schiacciare la Tigre della Malesia ed i suoi tigrotti.
 – Lo sappiamo – risposero i pirati.
 – Prendiamo dunque delle precauzioni per non venire disturbati nel nostro lavoro. Tu, Sambigliong, prenderai otto uomini e li disporrai attorno al cimitero, a mille passi di distanza. Al primo segnale che odi, o al primo uomo che vedi, manderai uno dei tuoi ad avvertirmi.
 – Sta bene, capitano – rispose il pirata.
 – Tu, Tanauduriam, ne prenderai sei e li disporrai attorno al cimitero a cinquecento passi da noi. Anche tu al primo fischio o al primo uomo che vedrai mi verrai ad avvertire.
 – Sarà fatto, capitano.
 – E tu, Aïer-Duk, prenderai quattro uomini e salirai a mezza costa di quella collina. Lassù c’è un fortino abitato e potrebbe scendere qualcuno.
 – Sono pronto, Tigre della Malesia.
 – Andate, dunque, e al mio primo fischio ripiegatevi tutti verso il cimitero.
 I tre drappelli si divisero, prendendo tre diverse direzioni. Gli altri pirati, guidati dalla Tigre della Malesia e da Kammamuri, scesero verso il recinto.
 – Sai precisamente dove fu sepolto? – chiese Sandokan a Kammamuri.
 – In mezzo al cimitero – rispose ilmaharatto .
 – Molto profondo?
 – Non lo so. Io e il capitano Yanez eravamo ai piedi del colle quando i marinai lo sotterrarono. Lo ritroveremo vivo?
 – Vivo sì, ma non riaprirà gli occhi che domani dopo mezzodì.
 – Dove andremo dopo che lo avremo disotterrato?
 – Torneremo nei boschi e, appena Yanez ci avrà raggiunti, ci recheremo da Ada.
 – E poi?
 – Poi partiremo subito. Se James Brooke si accorge del tiro, ci darà la caccia su tutto il territorio.
 Erano allora giunti nel recinto, Sandokan per primo, ilmaharatto e i pirati poi entrarono nel cimitero.
 – Siamo soli, a quanto pare – disse Sandokan. – Avanti.
 Si diressero verso il centro del cimitero e si arrestarono davanti ad una fossa riempita di fresco.
 – Dev’essere qui – disse ilmaharatto con viva commozione. Povero padrone!
 Sandokan estrasse la scimitarra e sollevò con precauzione la terra.

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