Un terribile dramma (quarta parte)

 Comperai un canotto, lo nascosi in mezzo allajungla , e una sera d’orgia, mentre ithugs , ubriachi fradici, non erano più in grado di uscire dai loro sotterranei, mi recai alla pagoda sacra, pugnalai gl’indiani che la custodivano, afferrai fra le mie braccia la Vergine e fuggii.
 All’indomani io ero a Calcutta e quattro giorni dopo a bordo dellaYoung-India .
 – E la Vergine? – chiese Sandokan.
 – È a Calcutta – s’affrettò a dire Yanez.
 – È bella?
 – Bellissima – disse Kammamuri. – Ha i capelli neri e splendidi occhi scuri.
 – E si chiama?
 – Lavergine della pagoda , vi ho detto.
 – Non ha nessun altro nome?
 – Sì.
 – Dimmelo.
 – Si chiama Ada Corishant.
 A quel nome la Tigre della Malesia aveva fatto un balzo, gettando un urlo terribile.
 – Corishant!… Corishant!… Il nome dell’adorata madre della mia povera Marianna!… Dio!… Dio!… – urlò con accento disperato.
 Poi piombò sul tappeto con la faccia orribilmente sconvolta e le mani contratte sul cuore. Un rauco singhiozzo, che parve un ruggito, lacerò il suo petto.
 Kammamuri, spaventato, sorpreso, si era alzato per accorrere in aiuto del pirata, che pareva fosse stato colpito a morte, ma due mani robuste lo arrestarono.
 – Una parola – gli disse il portoghese, tenendolo stretto per le spalle. – Come si chiamava il padre di quella giovinetta?
 – Harry Corishant – rispose ilmaharatto .
 – Gran Dio!… Ed era?
 – Capitano deisipai.
 – Esci di qui!
 – Ma perché?… Che cosa è accaduto?…
 – Silenzio, esci di qui!
 E, riafferrandolo per le spalle, lo spinse bruscamente fuori della porta, che richiuse con un doppio giro di chiave.

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