Una battaglia terribile (seconda parte)

LaMarianna con una fulminea manovra si gettò fuor di linea, sfuggendo al fuoco incrociato delle due navi, poi messasi di traverso fece fronte alle duegrab tempestandole colle carabine e colle spingarde.

La piccola nave si difendeva meravigliosamente e aveva ferro e piombo per tutte e due.

Yanez, che maneggiava una delle spingarde, con un colpo ben aggiustato, aveva già fracassato l’albero di trinchetto della primagrab , facendolo rovinare in coperta, poi aveva scagliato sugli uomini che tentavano di spingerlo in acqua e di tagliare i paterazzi e le sartie, una bordata di mitraglia che aveva causata una vera strage fra i Thugs.

Tuttavia la situazione dellaMarianna era tutt’altro che rosea, poiché le due navi bengalesi, quantunque fossero assai maltrattate, la stringevano da presso per abbordarla d’ambo le parti.

Forti del loro numero, i Thugs speravano di espugnarla facilmente, una volta messi i piedi sulla tolda.

Sandokan tentava, con manovre ammirabili, di sfuggire alla stretta. Disgraziatamente il canale era poco largo ed il vento troppo debole per tentare delle bordate. Tremal-Naik lo aveva raggiunto per consigliarsi sul da fare.

Il coraggioso bengalese aveva compiuto miracoli, infliggendo alla secondagrab perdite considerevoli, e non era riuscito ad arrestarne la marcia.

– Ci piombano addosso e fra poco avremo l’abbordaggio, – aveva detto a Sandokan, ricaricando la carabina.

– Saremo pronti a riceverli, – aveva risposto la Tigre della Malesia.

– Sono quattro volte piú numerosi di noi.

– Vedrai i miei uomini come si batteranno. Sambigliong! A me!

Il malese che faceva fuoco dall’alto della grisella di babordo, d’un balzo fu sul cassero.

– A te la ribolla, – gli disse Sandokan.

– Quale delle due, padrone?

– Abbordiamo noi prima di loro. Quella di babordo.

Poi si slanciò attraverso la tolda, gridando con voce tuonante:

– Pronti per l’arrembaggio! A me, tigrotti di Mompracem!

Sambigliong, che aveva sotto di sé cinque uomini per la manovra della vela poppiera fece allentare la scotta per raccogliere maggior vento, poi avventò ilpraho contro lagrab che fronteggiava l’isolotto e che era stata la piú maltrattata, mentre Yanez dirigeva il fuoco di tutte le spingarde contro l’altra per cercar di trattenerla.

– Fuori i parabordi! – aveva gridato Sandokan. – Pronti pel lancio dei grappini.

Mentre alcuni uomini lanciavano sopra i bordi delle grosse palle di canape intrecciato per attenuare l’urto e altri raccoglievano i grappini disposti lungo le murate per gettarli fra le manovre della nave nemica, Sambigliong abbordò lagrab a babordo, cacciando il bompresso fra le sartie e le griselle dell’albero maestro.

I Thugs che la montavano, sorpresi da quell’audace attacco, mentre avevano sperato di essere essi gli abbordatori, non avevano nemmeno pensato a sfuggire l’urto, manovra d’altronde non facile a eseguirsi con un solo albero e colle manovre gravemente danneggiate.

Quando tentarono di sottrarsi al contatto, era troppo tardi.

Le tigri di Mompracem, agili come scimmie, piombavano da tutte le parti, slanciandosi dalle griselle, dai paterazzi, perfino dai pennoni e balzando sul bompresso. Sandokan e Tremal-Naik, con la scimitarra nella destra e la pistola nella sinistra, si erano slanciati pei primi sulla tolda dellagrab , mentre Yanez scaricava bordate addosso all’altra per impedirle di accorrere in aiuto della compagna.

L’invasione dei tigrotti era stata cosí fulminea, che s’impadronirono del cassero quasi senza far uso delle armi.

I Thugs, quantunque assai piú numerosi, si erano dispersi per la tolda senza opporre resistenza, ma alle grida dei loro capi, volsero ben presto la fronte e dopo essersi radunati dietro il troncone dell’albero di trinchetto, caricarono a loro volta coitarwar in pugno, urlando come belve feroci.

Avevano rinunciato ai loro lacci, che non potevano essere di nessuna utilità in un combattimento corpo a corpo.

L’urto fu terribile, ma i pesantiparangs delle tigri di Mompracem non tardarono ad avere il sopravvento sulle piccole e leggere scimitarre dei bengalesi.

Respinti dappertutto, stavano per gettarsi in acqua e salvarsi sull’isolotto, quando sul ponte dellaMarianna echeggiarono le grida di:

– Al fuoco! Al fuoco!

Sandokan, con un comando breve ed istintivo aveva arrestato lo slancio dei suoi uomini.

– AllaMarianna !

Balzò sulla murata dellagrab e si slanciò con un salto da tigre, sulla tolda delpraho , mentre Tremal-Naik con un pugno d’uomini copriva la ritirata e respingeva vittoriosamente un contrattacco dei settari della sanguinaria dea.

Un denso fumo sfuggiva dal boccaporto maestro dellaMarianna , avvolgendo le vele e l’alberatura.

Qualche pezzo di miccia o qualche lembo di tela, o un pezzo di corda incendiata dai tiri delle spingarde doveva essere caduta nella stiva ed aveva dato fuoco al deposito degli attrezzi di ricambio.

Sandokan, senza preoccuparsi dei tiri incessanti della secondagrab , aveva fatto preparare la pompa, poi aveva gridato a Sambigliong che non aveva abbandonata la ribolla del timone:

– Al largo! Fila verso l’uscita del canale! Tutti a bordo.

Tremal-Naik e Kammamuri, assieme a coloro che avevano coperta la ritirata, balzavano in quel momento in coperta.

I grappini d’abbordaggio furono tagliati, le vele orientate e laMarianna si staccò dallagrab passando dinanzi la prora della seconda.

La ritirata ormai s’imponeva, non potendo le Tigri di Mompracem far piú fronte alle due navi avversarie col fuoco che avvampava a bordo e che poteva comunicarsi alle polveri della Santa Barbara.

Essendo stata laMarianna ben poco danneggiata nelle manovre daimiriam indiani pessimamente diretti da cattivissimi artiglieri, poteva allontanarsi senza temere di venire raggiunta, tanto piú che lagrab abbordata, priva del suo trinchetto, non poteva quasi piú virare di bordo e mettersi in caccia.

Con un solo colpo d’occhio Sandokan si era reso conto della situazione e aveva lanciato a Sambigliong il comando:

– Su Diamond-Harbour!

Egli pensava e con ragione che là almeno avrebbe potuto avere dei soccorsi dai piloti della stazione, in caso di estremo pericolo e che i Thugs si sarebbero ben guardati dall’inseguirlo fino a quella stazione.

Il comandante della secondagrab , come se avesse indovinato il pensiero di Sandokan, aveva fatto spiegare rapidamente tutte le vele per mettersi in caccia e dargli nuovamente battaglia, prima che laMarianna potesse uscire dal canale. Doveva aver capito che la preda stava per sfuggirgli.

Il fuoco deimiriam , per un momento sospeso per non colpire l’altra nave che si trovava sulla linea di tiro, fu ben presto ripreso dai Thugs, fra clamori assordanti e colpi di carabina.

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