Un’ecatombe (seconda parte)

Quella corsa sfrenata, attraverso le misteriose gallerie degli strangolatori, durò due o tre minuti, poi Sandokan e Kammamuri che erano dinanzi a tutti, mandarono un grido tuonante:

– Fermi!

Dinanzi a loro avevano udito un fragore metallico, come se una porta di ferro o di bronzo fosse stata chiusa e Punthy si era messo a latrare furiosamente.

I pirati dopo essersi urtati impetuosamente gli uni contro gli altri, non avendo potuto frenare di colpo lo slancio, si erano arrestati puntando le carabine.

– Che cosa c’è adunque? – chiese Yanez, raggiungendo Sandokan.

– Pare che i Thugs ci abbiano chiusa la via, – rispose il capo dei pirati di Mompracem. – Vi deve essere una porta dinanzi a noi.

– La faremo saltare con un buon petardo, – disse de Lussac.

– Va’ a vedere, Kammamuri – disse Tremal-Naik.

– Sempre la torcia molto alta, – consigliò Sandokan, – e voi abbassatevi tutti.

Il maharatto stava per obbedire, quando alcuni spari rimbombarono non dinanzi ai pirati, bensí alle loro spalle.

– Ci prendono fra due fuochi, – disse Sandokan. – Sambigliong, prendi dieci uomini e coprici le spalle.

– Sí, capitano, – rispose il mastro.

Gli spari si succedevano agli spari, ma i Thugs ingannati dalle torce che venivano tenute sempre molto alte, non colpivano che le volte della galleria.

Sambigliong ed i suoi uomini, guidati invece dalla luce dei lampi prodotti dalla polvere, strisciarono silenziosamente verso quei tiratori e piombarono furiosamente addosso a loro, assalendoli coiparangs .

Mentre il suo drappello impegnava un furioso combattimento, Kammamuri, Sandokan e Tremal-Naik si erano accostati rapidamente alla porta che impediva loro di avanzare, per sgangherarla con un petardo a cui avevano già accesa la miccia; invece con loro stupore la trovarono socchiusa.

– L’hanno riaperta, – disse Tremal-Naik.

Stava per spingerla, quando Sandokan l’arrestò.

– Vi è forse un agguato lí dentro, – disse.

I mugolii della tigre confermavano i suoi sospetti e anche i soffi rumorosi del cane.

– Che aspettino che noi apriamo per fucilarci a brucia-pelo? – chiese Tremal-Naik, sottovoce.

– Ne sono sicuro.

– Eppure non possiamo fermarci qui.

– Fate avanzare silenziosamente i nostri uomini, signor de Lussac, e dite loro che si tengano pronti a far fuoco. Dammi il petardo, Kammamuri.

Prese la bomba e soffiò sulla miccia per farla consumare piú presto a rischio di vedersela scoppiare fra le mani, poi socchiuse dolcemente la porta e la lanciò, gridando:

– Indietro!

Un momento dopo si udí una formidabile detonazione, seguita da urla orribili. La porta, strappata dai cardini dalla violenza della esplosione, era caduta.

– Avanti! – gridò Sandokan, che era stato atterrato dallo spostamento violentissimo dell ‘aria.

Degli uomini fuggivano all’impazzata dinanzi a loro, mentre al suolo si dibattevano, nelle ultime convulsioni della morte, alcuni Thugs colle membra strappate ed i ventri orrendamente squarciati.

I pirati si erano trovati in una vasta sala sotterranea che era illuminata da alcune torce infisse nei crepacci delle pareti, e adorna di alcune statue mostruose, rappresentanti forse dei geni indiani.

Spararono alcuni colpi dietro ai fuggiaschi onde impedire loro di riorganizzarsi, poi si lanciarono a corsa sfrenata.

Sambigliong, che aveva respinti gli assalitori, li aveva già raggiunti portando fra le poderose braccia Surama onde non rimanesse indietro e ricadesse fra le mani dei Thugs.

Non incontravano piú nessuna resistenza, né nelle gallerie che attraversavano, né nelle caverne.

Gli strangolatori, ormai impotenti a far fronte a quei terribili avversari che nessun ostacolo piú tratteneva, fuggivano da tutte le parti con clamori assordanti, parte rifugiandosi nelle gallerie laterali, parte dirigendosi verso la pagoda sotterranea per tentare forse di guadagnare l’uscita del banian riaperta da Suyodhana.

– Avanti! Avanti! – gridavano malesi e dayachi entusiasmati da quella carica che spazzava via tutto.

Ad un tratto però, quando meno se l’aspettavano, videro rovinarsi addosso un nuvolo di strangolatori.

– Cercano di difendere la pagoda sotterranea! – urlò Kammamuri. – Sta’ dietro di loro!

Era forse l’ultima lotta che impegnavano i Thugs.

Sandokan, con un comando rapido, aveva disposti i suoi uomini in quadrato, manovra che potevano eseguire senza difficoltà trovandosi in quel momento in una sala sotterranea abbastanza vasta e che pareva avesse numerose comunicazioni. Dalle gallerie laterali uscivano, correndo furiosamente, degli uomini quasi nudi, agitando lacci, scuri, picozze, coltellacci,terwar e anche carabine e pistoloni.

Urlavano spaventosamente invocando la loro divinità, ma quelle urla non sgomentavano affatto né i malesi né i dayachi, abituati alle tremende grida di guerra dei loro selvaggi compatrioti.

– Fuoco senza misericordia! – aveva gridato Sandokan che si trovava in prima fila con Yanez e Tremal-Naik. – Badate che non si spengano le torce!

Una fucilata nutrita, sparata quasi a brucia-pelo, mandò a catafascio i primi giunti addosso al quadrato, gettandone molti a terra; ne seguí subito una seconda; poi s’impegnò una mischia sanguinosa all’arma bianca.

Quantunque cinque o sei volte inferiori, i tigrotti di Mompracem, resistevano tenacemente ai furibondi attacchi dei fanatici, senza aprire le loro file.

Degli uomini cadevano anche dalla loro parte sotto i colpi di pistola e di carabina dei settari; ma non per questo si sgomentavano e facevano intrepidamente fronte ai nemici, meravigliando de Lussac che credeva di vederli scompaginarsi dopo i primi attacchi.

Il terreno si copriva di morti e di moribondi, nondimeno i Thugs quantunque incessantemente ributtati, tornavano alla carica con un’ostinazione ammirabile, tentando di schiacciare quel gruppo che aveva avuto l’audacia di scendere nelle loro caverne.

Ciò non poteva durare a lungo. La tenacia ed il coraggio piú che straordinario delle tigri di Mompracem dovevano disorganizzare quelle bande indisciplinate che caricavano all’impazzata.

Vedendo i Thugs a esitare, Sandokan ne approfittò per dare loro l’ultimo colpo. A sua volta lanciò i suoi uomini all’assalto, divisi in quattro gruppi.

Lo slancio dei pirati fu tale che le colonne dei Thugs furono in brevi istanti tagliate a pezzi a colpi diparangs e dikampilangs .

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